mercoledì 18 aprile 2007

Ancora su Matteo

Molti di voi non hanno scritto niente sui propri comportamenti e quelli dei compagni. Come mai?
Condivido molto chi ha messo l'accento sulla insensibilità e superficialità dei compagni che prendevano in giro Matteo.
Non condivido assolutamente chi invece afferma che avrebbe dovuto cambiare scuola, che avrebbe dovuto lasciare perdere (a volte non è proprio possibile!).
E' grande dimostrazione di sensibilità avere pensato anche ai genitori che sicuramente sono nella disperazione.
Soprattutto che non tutti della vostra età la pensano e si comportano allo stesso modo (frase che spesso mi sento dire).
Le parole a volte sono come pietre: possono ferire ed anche uccidere. Soprattutto se sono abbinate a comportamenti persecutori e discriminanti. Quello che è accaduto dentro Matteo solo lui lo sa. E spesso neanche noi possiamo sapere che cosa provoca le nostre parole... per questo ci vuole sensibilità, ascolto, rispetto e reciprocità.
Ognuno ha una propria sensibilità, essa deve essere riconosciuta e rispettata, qualunque essa sia.Non è una valida ragione affermare che il compagno non si offende: spesso non lo dà a vedere, non può darlo a vedere, poiché rischierebbe di essere preso ulteriormente in giro, offeso, non accettato dal gruppo.
Ultima osservazione.
E' possibile che in tutti questi anni, molti di voi non abbiano mai pronunciato una parola positiva, gratificante nei confronti di un vostro o una vostra compagna?
Alcuni di voi usano come unica modalità comunicativa la battuta squalificante, la presa in giro ecc. e niente altro...

Riflettete...

Settecervelli

5 commenti:

Scech de sanga 3A ha detto...

secondo me la riflessione di settecervelli è giusta soprattutto quando dice che che ognuno ha la propria sensibilità.per quanto riguarda all'ultima osservazione....beh...nn la condivido perchè per quanto mi rigurda io in tre anni qualche volta abbia detto delle parole positive nei confronti dei miei compagni, ma è anche vero che in tre hanni io abbia detto molte parole non positive nei confronti dei miei compagni.
ciao a tutti da___cecco'93___

Scech de sanga 3A ha detto...

ciao, è vero che le parole a volte sono come pietre,ma è anche vero che le pietre si possono evitare.
prendete me come esempio,sono stato preso in giro per metà anno ma ho sempre lasciato perdere.
matteo, prima di scegliere l'ultima strada avrebbe dovuto tentare di lasciarsi alle spalle tutto anche se fosse stato difficile dimenticare.


saluti dal metal man

Scech de sanga 3A ha detto...

Secondo me io ho pronunciato, in questi anni, qualche parola positiva nei confronti dei miei compagni tipo.
è vero che le parole a volte sono cm pietre ma si possono evitare scegliendo altri percorsi.
per esempiom io sn stato preso in giro l' anno scorso ma i ci ridevo sopra era quasi uno scherzo hche facevamo tra di noi e nn ci offendevamo.
una delle poke strade da prendere era quella di lasciarli perdere o anke di dirlo al preside.
di sicurò quelli che l' hanno insultato sn persone ke nn hanno cervello e sn insensibili.

by Metallaro '93

Scech de sanga 3A ha detto...

Condivido la riflessione di sette cervelli.
Ma comunque ogniuno a la sua opignone
L'ultima opignione di sette cervelli non la condivido, perchè in questi 3 anni io ho fatto alcuni complimenti ma è più facile prendere in giro che elogiare...

cIAO A TUTTI DA contal-dino

Scech de sanga 3A ha detto...

In questi gg mi è capitato spesso di soffermarmi su ciò ke sta succedendo nelle scuole d'Italia...
la tragedia ke ha colpito la famiglia di Matteo e principalmente Matteo stesso dovrebbe far riflettere noi insegnanti e gli alunni. Noi insegnanti, concentrati sulla programmazione da dover svolgere e portare al termine,raramente ci accorgiamo delle conflittualità e delle problematike ke sorgono tra i banki di scuola: ragazzi ke si offendono in continuazione affibbiandosi dei nomignoli assurdi e pesanti ke molti vivono come macigni... i più "forti" ke ovviamente "colpiscono" solo ki è incapace di reagire e, di conseguenza, si tiene tt dentro; questo atteggiamento spesso porta il ragazzo in questione a rimuginare sulla sua personalità ed ecco ke nascono le crisi esistenziali ke possono condizionare la vita di una persona...
da parte nostra quindi dovremmo ogni tanto dialogare con gli alunni e cercare di "leggere fra le righe", specie se i ragazzi frequentano la scuola media dove hanno un'età molto particolare: non sono nè bambini ma neanke adulti ancora...
per quanto riguarda i ragazzi, ho avuto modo di notare diverse volte, ke la maggior parte di loro